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27-03-2024

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I conti per scegliere il fornitore

L'andamento del prezzo dell'energia, il mercato e le nostre bollette. La necessità di un professionista energetico per far quadrare i conti delle famiglie e delle aziende italiane.



In questo articolo non utilizzerò, volutamente, grafici e tabelle ma cercherò di essere comprensibile, sintetico e di limitare i tecnicismi e i termini che possano minare la comprensione ai meno preparati sull’argomento. Buona lettura.

Esiste un mercato al quale tutti i fornitori di energia fanno riferimento e dal quale scaturiscono le loro offerte a prezzo fisso e a prezzo variabile. Parliamo del mercato dell’energia elettrica all’ingrosso dove, come in tutti i mercati, l’incontro tra domanda ed offerta produce un prezzo, per quanto riguarda l'energia elettrica: Il cosiddetto PUN, il Prezzo Unico Nazionale.

Ora parliamo di trasparenza, dietro al prezzo finale della vostra bolletta ci sono una serie di componenti: il trasporto dell’energia, il dispacciamento, gli oneri di sistema, le imposte, di fatto circa il 70% della vostra fattura.

Circa il 30% restante sono costi derivanti dai vostri consumi effettivi e proprio per questa parte è possibile trattate il prezzo:

Cristallizziamo qualche valore:

Nel 2004 la media PUN è stata 51,60 €/MWh (0,05160 €/kWh)

Nel 2017 la media PUN è stata 53,95 €/MWh (0,05395 €/kWh)

In 13 anni, oscillamenti a parte, il prezzo dell’energia si può dire che sia rimasto sempre in range ben definiti. La storia ci insegna che questi oscillamenti, però, possono passare da +/- 40% in un mese. Tuttavia, se facessimo un raffronto, a parità di consumi, tra quanto pagavamo nel 2004 e quanto pagato nel 2017 il totale finale è raddoppiato.

Ebbene, non è il prezzo dell’energia che è raddoppiato, ma bensì la parte relativa a quel 70% di costi fissi alla quale facevo riferimento che, in qualsiasi modo si interpreti, volente o nolente si tratta di costi che tutte le società di vendita di gas ed elettricità inseriscono tra le proprie voci di fatturazione.

Focalizziamoci sul costo dell’energia

Nel mese di Settembre 2018 il prezzo mensile medio è stato di 76,32 €/MWh. Il picco di prezzo mensile medio massimo di cui abbiamo memoria è stato nell’Ottobre 2008 ed ha raggiunto 99,07 €/MWh. Fonte: GME.

Come mai è salito così tanto? Nonostante, fisiologicamente, troviamo i prezzi più alti nei momenti di maggior richiesta (in inverno, nei periodi rigidi ed in estate per via del raffrescamento) il prezzo dell’energia è influenzato da diversi ulteriori fattori. L’aumento del costo dell’energia tanto citato dai telegiornali è figlio, principalmente, di instabilità politica e problematiche relative a continuità del servizio. Questo perché, essendo l’Italia forte importatore di energia ogni qualvolta ci troviamo di fronte a problematiche analoghe il prezzo tende a variare.

Ora, facciamo un breve resoconto di cosa è successo semplicemente prendendo come riferimento l’ultimo anno. Questo per far comprendere meglio queste dinamiche:

A Ottobre 2017: un terzo del parco nucleare francese si è fermato per manutenzione. Questo ha portato il prezzo dell'energia a salire.

A Gennaio 2018: si allenta la tensione sulla domanda. Situazione francese risolta. I prezzi sono scesi.

Febbraio 2018: il Buran (il vento freddo dagli Urali). Impennata sulla richiesta. I prezzi salgono nuovamente.

Maggio 2018: tensione politica, Trump si ritira dall’accordo con l'Iran creando instabilità politica sulla questione energetica. I prezzi salgono.

Agosto 2018: aumento di richiesta per raffrescamento. Il nucleare francese riduce la produzione per via delle elevate temperature. Bacini per l’idroelettrico asciutti. Ulteriore aumento di prezzo.

Novembre/Dicembre 2018: normalizzazione delle condizioni e, quindi, conseguente raffreddamento dei prezzi, nonostante l’aumento di richiesta per via dei riscaldamenti.

In tutto questo i prezzi sono passati da una media mensile di 49€/MWh a una media di 76,32€/MWh.

Ipotizzando che una famiglia abbia modo di acquistare elettricità al suo prezzo all’ingrosso, facendo un semplice raffronto sulla spesa annua di un nucleo famigliare di 4 persone (che in media può attestarsi intorno ad un consumo di 2800 kWh/anno), potremmo dire che a 49€/MWh pagherebbe di materia energia, nell’arco di un anno:

0,049*2800=137,2€ (spesa energia)

considerando che la spesa per l'energia è circa il 30% della bolletta possiamo ipotizzare una spesa annua di circa 460€ (mensile di circa 40€)

Allo stesso modo, invece, avesse acquisito il prezzo massimo dell’anno di 76,32€/MWh affronterebbe una spesa (sempre e solo della materia energia) pari a:

0,07632*2800= 213,67€

Una spesa annua di circa di 712€ (mensile 60€)

20 euro al mese non fanno la differenza, ma in un anno? In 2 anni? Se una società di fonitura di energia propone un prezzo STOP Bloccato X 2 anni diventa importante capire a quale prezzo. Se dovessimo aggiungere anche i valori del GAS? Di quanti soldi in più o in meno stiamo parlando?

Da quanto sopra possiamo concludere con tre punti:

• Se scegliamo un variabile assicuriamoci di non farlo quando i prezzi sono ai minimi (intorno ai 50 o 60 €/MWh)

• Se dovessimo scegliere un fisso, assicuriamoci di non acquisirlo quando il prezzo è sui 90 o 100 €/MWh)

• Che i prezzi non si possono paragonare anno per anno, perché sono figli di molteplici fattori.

Ma il punto più significativo e del quale consiglio di tenere sempre conto è solo uno: affidatevi a dei professionisti esperti in gestione dell'energia (o Energy Manager) che vi seguano.

Dareste i vostri risparmi da investire in borsa ad un panettiere? (con rispetto parlando verso i panettieri esperti in finanza)

Per un’attività aziendale, queste scelte, pesano in modo esponenziale rispetto ad una semplice famiglia. La scelta del giusto fornitore e l'acquisto al prezzo giusto al momento giusto può definire la stabilità dell'azienda stessa: gli stipendi dei dipendenti, il mantenimento delle fette di mercato nei confronti del vostro competitor, il successo o l’insuccesso, la sopravvivenza o la messa in liquidazione. I costi principali a bilancio per qualsiasi impresa sono solitamnete personale ed energia.

Il miglior prezzo non si misura in 2 minuti di confronti prima della firma con un venditore ma nell’arco dell’intero periodo di fornitura con un consulente esperto nel settore.

Diffidate da politiche di prezzo, troppo aggressive.

Confrontatevi con diversi fornitori e ricordate che un prezzo basso in fase di stipula non vuol dire un risparmio assicurato nell’arco dell’anno.

Il prodotto con il prezzo apparentemente più basso non sempre è il più conveniente.

Generalmente fornitori con prezzi molto bassi, inoltre, non sono in grado di sostenere i prezzi promossi e, dopo qualche mese, dichiarano fallimento. La scelta del fornitore deve avvenire non solo in funzione del prezzo ma con consapevolezza dello stesso, valutando tutti i servizi annessi. Per le aziende, un mese nel mercato di salvaguardia fa perdere i vantaggi ottenuti da circa 4 anni di prezzo aggressivo.

L’Energy Management non può più essere dettato dal caso. L’abbattimento dei costi deriva, invece, da monitoraggio, controllo, consulenza, manutenzione e anche dalle abitudini di consumo. Per l’energia si combattono guerre, per l’autonomia energetica si stipulano accordi internazionali e si fanno investimenti di miliardi e miliardi di euro. Vi invito a prendere l’argomento con l’importanza che merita. Alla fine. STIAMO PARLANDO DEI VOSTRI SOLDI. 


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2019-01-10




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Marco Maroni

Meglio è non saper niente che saper molte cose a metà. (Friedrich Nietzsche)